Il Cappotto

Da un punto di vista puramente pratico, il cappotto serve in primo luogo a proteggere dal freddo, dal vento, dalla polvere e dalla pioggia. Un’altra funzione del cappotto è quella di annunciare lo stile dell’abbigliamento che si nasconde sotto di esso.

In tal senso il cappotto protegge ma al contempo rivela già molte cose di chi lo porta. Esso racconta che cosa si sta accingendo a fare chi lo indossa: se sta per andare al lavoro o se sta partendo per una battuta di caccia, se si sta per recare all’opera o se è in viaggio. Un cappotto adatto all’occasione è sempre un’autentica manifestazione di stile.

I cappotti che bisogna conoscere:

Il Crombie blu scuro è il classico cappotto inglese da città. Viene realizzato in tessuto pesante ed è particolarmente adatto alle fredde giornate autunnali e invernali. Il modello prende il nome dal suo produttore, che era diventato famoso proprio per questa mantella. Quasi ogni casa di confezioni ne produce una variante più o meno elaborata per la propria collezione base.

Il Chesterfield divenne di moda nel corso dell’Ottocento. Si dice che il primo ad apprezzarlo fu un membro della ramificata famiglia dei conti di Chesterfield, anche se la tradizione non riferisce se l’aristocratico l’abbia inventato o se l’abbia soltanto commissionato per primo al proprio sarto. Il cappotto Chesterfield è disponibile monopetto o doppiopetto nei colori beige, blu o nero, anche se il modello più noto è quello monopetto con abbottonatura nascosta, realizzato in filato di lana a spina di pesce grigio e con collo applicato in velluto nero.

Il British Warm, denominato dagli inglesi british warm overcoat, era in origine un cappotto militare, come indicano chiaramente le mostrine. Realizzato in spessa lana melton, è davvero caldo come suggerisce il nome stesso. A volte è cucito anche in Cavalry Twill pesante; poi ci sono le varianti nobili in cachemire. Nella sua versione lunga ricorda il trench, suo parente stretto, anch’esso di origini militari e molto diffuso in ambito civile. Gli intenditori lo acquistano solitamente presso un negozio di articoli da uomo, quando non se lo fanno cucire proprio sarto.

Stretto e corto: così è il Covert. A prima vista assomiglia molto al Chesterfield monopetto. La differenza tuttavia sta nel tessuto, da cui deriva il nome di questo cappotto: il covert è un twill leggero che può essere indossato quasi tutto l’anno. Inoltre, è rifinito sui polsini e sull’orlo da quattro impunture parallele, dette railroading. Il colore classico è un marrone chiaro leggermente melange cui si accompagna spesso un collo di velluto marrone scuro. In origine si trattava di un cappotto da equitazione e da caccia e a questa funzione rimanda la grande tasca interna cucita all’altezza della coscia sinistra, che serviva a contenere provviste e munizioni.

Il Polo è un classico americano strettamente imparentato con modelli tradizionali e piuttosto eleganti quali il Paletot, l’Ulster e il Guardscoat. Brooks Brothers importò lo stile dall’Inghilterra intorno al 1910. Al posto della cintura originale è subentrata una martingala. Le grandi tasche applicate gli conferiscono una nota sportiva. La tinta tipica del Polo è il beige, forse perché all’inizio era realizzato in cammello, mentre ora si utilizza in genere la lana pettinata.

Il Loden verde è ormai diventato un classico in tutta Europa. Anche se nella sua versione in autentico tessuto loden viene associato alle regioni alpine, è altrettanto amato in Inghilterra, Francia e Belgio. Chi non lo indossa in un contesto “folkloristico può usarlo come cappotto da città abbinato a tweed e velluto. Il loden è un filato di lana infeltrito e quindi reso ruvido, piuttosto impermeabile e isolante dal vento, ma soprattutto resistente a sterpi, rami e spine. Quando si sporca, basta spazzolarlo con cura. La linea classica è ampia e lunga, con collo rovesciato e uno sfondo-piega verticale sulla parte posteriore.

Il Macintosh, detto anche Mac o Riding Mac, ci appare oggi quasi un fossile della preistoria dell’impermeabile. Il suo materiale, due strati di cotone con uno strato di gomma al centro, non era stato pensato in un primo tempo per essere un indumento. Il chimico scozzese Charles Macintosh brevettò nel 1822 il suo India Rubber Cloth come tessuto per gli impermeabili e affini. Ma ben presto i sarti si gettarono sul nuovo materiale e lo impiegarono per realizzare impermeabili. La catastrofe fu immediata, perché l’acqua penetrava dai fori delle cuciture. Per salvare la fama del suo Rubber Cloth, Charles Macintosh dovette intervenire di persona ed escogitare il modo per isolare le cuciture. Da allora vendette gli unici, autentici impermeabili resistenti all’acqua.

Lo Slipon, in inglese raincoat, è un impermeabile molto simile al Riding Mac, ma di tessuto diverso, in quanto non è in gomma, bensì in gabardine come il classico trench. Una caratteristica di questo comodo impermeabile sono le maniche raglan che, a differenza delle maniche a giro del British Warm, per esempio, offrono maggiore libertà di movimento. Chi apprezza una linea di spalle particolarmente cadente, dovrebbe optare per le maniche raglan senza cucitura, che tuttavia sono meno diffuse rispetto alla versione con cucitura. L’abbottonatura è nascosta le tasche sono a patta. All’altezza della coscia sinistra è inserita un’ampia tasca interna, che può “ospitare” il giornale del mattino.

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